Come regolarizzare i patrimoni detenuti all'estero
A seguito delle intese stipulate in sede OCSE, molti Paesi si stanno progressivamente allineando alle regole internazionali sullo scambio dei dati in materia di cooperazione amministrativa. Anche molti Stati precedentemente inseriti nella c.d. "Black List" hanno cominciato ad allinearsi agli standard internazionali di trasparenza.
“Per evitare accertamenti di carattere fiscale e penale lo Stato italiano ha varato la legge sulla c.d. "Voluntary Disclosure" che permette ai contribuenti che detengono capitali, immobili e partecipazioni societarie all'estero di autodenunciarsi, sanando la propria posizione, con la possibilità di definire con il Fisco le sanzioni senza alcun risvolto di carattere penale.”
Il nostro studio legale garantisce assistenza per coloro che detengono capitali all'estero. In particolare assistiamo i nostri clienti nella procedura di "Voluntary Disclosure" facendo rientrare i capitali o mantendoli all'estero.
In alternativa al rientro dei capitali, è possibile vagliare l'opportunità di altre forme di gestione dei depositi esteri al fine di non incorrere nelle sanzioni fiscali e penali.
Cosa si può regolarizzare con la Voluntary Disclosure penale
Tutti gli investimenti e le attività di natura finanziaria costituiti o detenuti all'estero, anche indirettamente o per interposta persona: conti correnti, polizze assicurative, trust, fondi comuni, depositi di metalli preziosi, immobili, partecipazioni, imbarcazioni, navi da diporto o altri beni mobili.
E' possibile anche regolarizzare gli attivi localizzati in Italia (c.d. voluntary interna). Tale procedura è cumulabile con quella relativa alla detenzione di capitali esteri.
I benefici e la tutela penale
Aderendo alla procedura di collaborazione volontaria, il contribuente potrà definire ogni pendenza con il Fisco, avvalendosi di sanzioni amministrative ridotte e usufruendo dell'esclusione delle sanzioni penali per i reati tributari quali la dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, la dichiarazione infedele, l'omessa dichiarazione nonchè per i reati di riciclaggio ed autoriciclaggio.
Gli anni accertabili dal Fisco
Il contribuente che decide di aderire alla Voluntary Disclosure deve produrre tutti i documenti e fornire ogni informazione utile per la ricostruzione degli imponibili retroagendo sino al 2010 per le dichiarazioni ordinarie, al 2009 se c'è omessa dichiarazione e sino al 2004 in presenza di violazioni penali.
In caso di patrimoni detenuti in paesi Black List gli anni da regolarizzare sono raddoppiati risalendo rispettivamente sino al 2006 ed al 2004.
La documentazione necessaria
Al fine di valutare l'opportunità di aderire alla Voluntary Disclosure è necessario analizzare la documentazione relativa al trasferimento o alla costituzione dei fondi esteri, dall'anno delle formazione della provvista estera nonchè la documentazione relativa all'evoluzione degli stessi (estratto conto annuale, atti relativi ad immobili, investimenti) così da riscostruire i proventi generati e definire il costo complessivo della procedura di collaborazione volontaria.
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