Sì, è possibile; per quanto complessa e lunga, si tratta di una procedura che viene attuata dal creditore per recuperare le somme cui ha diritto
Che cos'è il pignoramento?
In generale il pignoramento rientra gli atti che vengono compiuti dal creditore nei confronti del debitore quando questi è inadempiente rispetto agli obblighi che ha assunto.
Il pignoramento è il primo atto esecutivo che viene messo in campo e ha la funzione di bloccare – o meglio vincolare – i beni del debitore per un valore pari al debito.
Se il tuo debitore possiede un conto corrente all’estero devi attivare la procedura di pignoramento: di seguito ti spieghiamo come funziona.
La procedura
Il pignoramento può essere richiesto per tutti i beni mobili (quindi anche il denaro), i beni immobili che sono di proprietà del debitore ma anche di un terzo.
In questo caso però deve trattarsi di beni o crediti che pur essendo del debitore, si trovano nella disponibilità materiale di un terzo, proprio come il conto corrente bancario.
In Italia la procedura prevede che il creditore possegga il cosiddetto “titolo esecutivo” ossia quel documento che attesti ufficialmente che il credito esiste e che è esigibile perché scaduto.
Il titolo esecutivo può essere un assegno, un decreto ingiuntivo divenuto esecutivo, una sentenza che accerta l’esistenza del debito, le cambiali e il contratto di mutuo firmati dal notaio.
Il creditore munito del titolo esecutivo, intima al debitore di pagare entro 10 giorni con l’avvertimento che in caso di mancato adempimento, si procederà ad esecuzione forzata.
Per quanto riguarda il pignoramento del conto corrente, il creditore si rivolge direttamente alla banca o posta presso in cui è aperto il conto corrente del debitore.
La procedura di pignoramento implica il blocco del conto corrente: significa che il titolare non può più accedervi e non è possibile fare prelievi.
Se il conto corrente è lo stesso usato per l’accredito dello stipendio o della pensione, solo per la parte che supera 1.359 euro (tre volte l’importo dell’assegno sociale).
L'Anagrafe dei conti correnti bancari
Per quanto complessa, la procedura non è impossibile: rintracciare i dati bancari di un soggetto rientra tra le facoltà del creditore.
Gli basterà rivolgersi all’Anagrafe dei conti corrente e avrà accesso ai dati bancari e saprà quanto è effettivamente depositato sul conto (precisiamo che questa procedura è più veloce se il creditore è l’Agenzia delle entrate).
Se il conto corrente si trova all’estero, la ricerca sarà più spinosa e lunga. Non esiste un’anagrafe dei conti correnti esteri e risalire all’esistenza del conto stesso richiede costose indagini che vengono di solito eseguite da avvocati esperti di questi temi.
Antiriciclaggio e terrorismo internazionale
La farraginosità del sistema di rintraccio delle somme depositate all’estero può agevolare comportamenti fraudolenti; tuttavia queste pratiche hanno i giorni contati.
Le autorità nazionali come la Unità di Informazione Finanziaria di Banca d’Italia e quelle internazionali come il GAFI - Gruppo d'Azione Finanziaria Internazionale – hanno intensificato le attività di controllo dei flussi di denaro da e verso l’estero per contrastare il fenomeno dell’antiriciclaggio e del terrorismo internazionale.
A livello normativo si segnalano sul punto due novità: ad ottobre 2021è stato rinnovato il protocollo di intesa tra UIF e l’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli per “disciplinare le collaborazioni e gli scambi informativi reciproci”.
La seconda novità riguarda la VI Direttiva Antiriciclaggio che a breve verrà recepita anche in Italia: si tratta di una direttiva penale che oltre a implementare la cooperazione internazionale tra le autorità e gli stessi Paesi, maggiora le pene per i criminali.
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