301111088347312 Fusioni strategiche e operazioni societarie
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TRA CIRCOSTANZE FAVOREVOLI E VISIONE STRATEGICA: IL CASO CARONTE & TOURIST

Due fusioni strategiche, la prima tra colleghi e la seconda con un Fondo tra pubblico e privato


Da oltre 50 anni il gruppo Caronte & Tourist S.p.A., polo di navigazione nato dalla convergenza dei business di due armatori, il calabrese Caronte e il siciliano Tourist Ferry Boat, unisce le due sponde dello stretto di Messina su rotte diverse. Cinquant’anni di crescita e di leadership nel settore del trasporto via mare di persone e merci che, prescindendo ai fini di questa storia di M&A dai recenti affanni giudiziari ancora in via di definizione, dimostra come alcuni momenti nella storia di un’impresa siano magici e contengano, in un progetto strategico di fusione o di partnership, il seme del futuro. Il talento sta

a) nel vederlo e metterlo a dimora in modo efficace e visionario

b) nell’individuare i professionisti giusti per affrontare con competenza e sangue freddo tutti gli step delicati di un’acquisizione importante, snodi del percorso in cui il progetto potrebbe incagliarsi o fallire.



La storia dell’impresa nasce nel 1965, ma la parte che ci interessa di più comincia nel 2001 quando, in seguito al varo di una legge dello Stato che limita il numero di ore di guida dei conducenti dei Tir, nasce il progetto “Autostrada del Mare”, una rotta stabile tra Messina e Salerno, alternativa all’accidentata autostrada Salerno-Reggio Calabria, 400 chilometri di lavoro in corso perenni. Il progetto, di matrice europea, si pone l’obiettivo di ridurre il traffico su strada e relativi incidenti.


Parte subito un primo collegamento via traghetto con le navi Cartour dell’armatore Caronte fra il porto di Messina e quello di Salerno e il riscontro del mercato è subito positivo.


Questo è il primo di due momentum nella storia di questa impresa.

Il primo, nel 2003, quando il management di Caronte e quello di Tourist Ferry Boat iniziano a guardarsi più da vicino, superando la distanza dello specchio di mare dello stretto che li separa e, intuendo il business, decidono di allearsi fondando una newco, la Caronte & Tourist.

La domanda del mercato è tale che già qualche anno dopo incrementano la flotta congiunta di due super navi traghetto, la Cartour Beta e la Cartour Gamma, e nel 2009 chiudono un contratto di noleggio con opzione di acquisto di altre due navi traghetto, la Cartour Delta e la Cartour Epsilon, che serviranno anche la rotta Salerno-Termini Imerese.


Dopo queste due operazioni di potenziamento della flotta, l’impresa comprende che, se vuole continuare nel solco appena tracciato di una crescita importante, deve trovare ulteriori capitali ma anche cultura finanziaria per gestire al meglio i derivati di copertura del rischio prezzo sul carburante.

Spieghiamo di cosa si tratta.

Ci sono rischi congiunturali che colpiscono tutte le aziende come il rischio di credito o il rischio di interesse.

E altri che colpiscono solo alcune aziende, perché sono legati all’oscillazione dei prezzi delle materie prime su cui basano il proprio business. Come il carburante per le aziende di trasporto, per le quali un’impennata del costo del petrolio potrebbe mettere a serio rischio la marginalità e la stessa sopravvivenza.

Le aziende in questione cercano quindi di tutelarsi attraverso una strategia di risk management che utilizza strumenti finanziari derivati come i futures a copertura del rischio commodity legato alle oscillazioni di prezzo del carburante. Ma questi strumenti vanno gestiti con competenza.


Chi può offrire capitale fresco e competenza nella gestione dei futures?

  • Le banche?

  • La Cassa Depositi e Presiti?

  • Il Ministero dell’Economia? E perché non tutti insieme?



É quello che devono essersi detti a PwC, incaricato di individuare il socio adatto per l’operazione, che presenta il candidato ottimale nel Fondo Italiano d'Investimento, voluto da Giulio Tremonti proprio per finanziare le imprese italiane e sviluppare la competitività del Paese.

Nato nel 2010 con un capitale di 1,2 miliardi di euro, ha una compagine societaria che riunisce diversi Istituti di credito, Casa Depositi e Prestiti, Confindustria e Ministero dell’Economia.

Il rapporto sull’impresa Caronte & Tourist che PwC presenta è rassicurante per i possibili investitori e l’analisi del mercato mostra come, nonostante la crisi economica di quegli anni, le rotte interessate avessero tenuto il loro giro d’affari.

Inoltre, l’azienda sta lavorando al progetto di una nuova rotta, Salerno-Termini Imerese, con un forte potenziale competitivo nei confronti della rotta Napoli-Palermo, offrendo l’alternativa di imbarco a Termini Imerese che avrebbe potuto distogliere dall’autostrada altri autotrasportatori. Ma Caronte & Tourist stava anche progettando di affrontare la nuova rotta con una sola nave anziché due, senza però ridurre le tratte giornaliere, dimezzando così i costi.

PwC aveva ben inquadrato la capacità di visione imprenditoriale e non solo di reattività al mercato del suo cliente.



Il Fondo decide di procedere e l’azienda sorprende ancora gli interlocutori procedendo senza temporeggiare oltre con la nuova rotta basandosi solo su investimenti propri, senza attendere la formalizzazione dell’accordo.

Quanti al suo posto avrebbero agito così, non accontentandosi di aver fatto correttamente l’analisi di fattibilità e aspettando il nuovo socio di capitali per condividere l’investimento?




Quando il Fondo entra nel capitale di Caronte & Tourist come socio di minoranza con 17,5 milioni di euro attraverso un aumento di capitale cui Caronte & Tourist contribuisce con ulteriori 2,5 milioni di euro è il 2011. L’impresa ha così raggiunto un aumento di capitale di 20 milioni di euro.

L’accordo prevede che il capitale immesso sia destinato a sviluppare ulteriormente le rotte esistenti e di svilupparne di nuove, come successe con il porto di Tremestieri (Messina), direttamente collegato con l’autostrada.


Una mossa che si inserisce in un quadro favorevole anche per il Fondo: da una parte si sta sgonfiando l’ipotesi della realizzazione del Ponte sullo Stretto che avrebbe chiaramente tolto business all’impresa, dall’altro aumentano le tariffe autostradali e le accise sulla benzina scoraggiando il trasporto su gomma.


Un caso win-win-win per Caronte & Tourist, il Fondo Italiano di Investimento e PwC.






 

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