Una mini guida per le coppie
Pago io o paghi tu? Il mese scorso ho pagato io tutte le utenze, puoi pensare a tutto il resto? E per la retta del nido: come ci organizziamo?
Quante coppie hanno avuto questo genere di conversazioni?
Impostare la gestione economica di una famiglia non è cosa facile: bisogna effettuare regolari pagamenti (vedi le utenze), gestire le uscite (cene, vacanze, cinema eccetera) e le spese per i figli.
Si potrebbe ipotizzare una divisione totale delle spese, un classico 50%: questo potrebbe andar bene qualora le capacità contributive siano le stesse. E se invece un partner è disoccupato e l’altro lavora? Quale sarebbe la soluzione più giusta e corretta in questa famiglia?
Vediamo cosa dice la legge: dopo aver stabilito che i coniugi hanno gli stessi diritti e doveri sia reciprocamente che verso i figli, il legislatore, all’art. 143 del codice civile stabilisce che entrambi sono tenuti a contribuire all’equilibrio patrimoniale della famiglia ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo.
Ciò significa che, pur non essendo occupato, il partner può contribuire al ménage familiare occupandosi della gestione della casa.
Fatta questa premessa ed entrando nel dettaglio come è possibile tenere sotto controllo le finanze della famiglia e quelle personali? É opportuno dare vita ad un apposito “fondo cassa” in cui entrambi, ciascuno in proporzione ai propri redditi, inserisce - magari a inizio o fine mese - una certa somma.
Un esempio può essere l’apertura di un conto corrente su cui domiciliare tutte le utenze e gestire le spese comuni della famiglia.
Così facendo il patrimonio personale del partner non si confonde con quello della famiglia e si ha la possibilità di monitorare l’andamento delle spese nel corso del tempo.
Il conto corrente cointestato ed utilizzato in questo modo (apporto patrimoniale di entrambi) è al sicuro da interpretazioni: entrambi sono comproprietari e non vi è una ipotesi di donazione indiretta.