La storia di Ferrari Trento e del passaggio generazionale della celebre azienda
La famiglia
Non tutti i legami familiari diventano dei vincoli, delle corde da cui è difficile sciogliersi.
Ci sono famiglie che vivono l’appartenenza come un sodalizio e che valorizzano le diversità di ogni componente per il raggiungimento di equilibrio e serenità; nelle aziende familiari significa ricerca costante di crescita, prosperità e valore.
La passione per le bollicine è ciò che unisce le cantine Ferrari leader in Italia e tra le prime dieci al mondo e che nel 2021 ha chiuso il bilancio con un fatturato di € 95.743.818.
La storia di Giulio Ferrari
Ma la storia delle cantine Ferrari nasce dal sogno di un uomo, Giulio Ferrari, che nel 1092 voleva sfidare i migliori champagne francesi.
Comincia così a produrre “poche selezionatissime bottiglie” con una cura e un ossessione che solo un amante dello Chardonnay può metterci.
Comprende che deve puntare al territorio ed è il primo che lo diffonde in Italia.
Ed è anche il primo, nel 1952, a confrontarsi con il passaggio generazionale: vorrebbe trasmettere l’azienda ai suoi figli ma non ha successori.
Cerca così un socio: entra in gioco Bruno Lunelli, titolare di un’enoteca a Trento. Li uniscono la passione e la disciplina verso la qualità.
Bruno si indebita per poter comprare la cantina: 30 milioni di cambiali per acquistare la cantina di, Giulio il quale cede 10 mila bottiglie e circa il triplo a riposare in cantina oltre alla sua consulenza “vita natural durante” ; inoltre conclude l’accordo commerciale chiedendo anche l’assunzione di 2 suoi collaboratori, il cantiniere e il contabile.
Franco, Giorgio, Gino, Carla e Mauro, sono i figli di Bruno che collaborano con il padre nella gestione di enoteca e cantina e nel 1969 Bruno Lunelli compie ciò che avrebbe voluto anche Giulio Ferrari: trasmettere ai propri figli l’amore verso le bollicine e verso il territorio.
Grazie a Franco, Gino e Mauro Lunelli, la Ferrari diventa leader in Italia e “il brindisi italiano per eccellenza”.
Siamo adesso alla terza generazione: Marcello, Matteo, Camilla e Alessandro Lunelli sono alla guida del gruppo che ha festeggiato ben 120 anni di successi.
La terza generazione che si prepara ad affidare il testimone alla quarta.
Oltre alla passione per le bollicine, il segreto di questa famiglia sta nella programmazione: il passaggio generazionale è stato avviato nel lontano 2005 e si è concluso nel 2011.
Il passaggio generazionale
Sono stati necessari 6 anni per gestire in maniera armonica il passaggio del testimone che è avvenuto con la nomina di Matteo Lunelli a presidente e amministratore delegato.
Se questo passaggio è stato armonico e programmato, oggi si sta procedendo al prossimo: la quarta generazione, quando sarà il momento, farà il proprio ingresso in azienda.
La vision della famiglia e dell’azienda è stata codificata nei cosiddetti “Patti di famiglia”, da non confondere con il patto di famiglia (che è un vero e proprio istituto giuridico disciplinato dal codice civile e che riguarda anche il passaggio generazionale dell’impresa).
I patti di famiglia sono veri e propri con-tratti in cui i contraenti, ossia i famigliari, si impegnano a gestire in maniera trasparente il loro ruolo all’interno dell’azienda: criteri di ingresso, percorsi di carriera, attribuzioni patrimoniali, dividendi, benefits eccetera.
Nei patti è possibile anche determinare il non ingresso di determinati famigliari come mariti, mogli, cognati, insomma tutti coloro che non hanno un legame di sangue con la famiglia stessa.
Nessuna scelta sarà migliore o peggiore; sarà la scelta giusta perché sarà presa congiuntamente da tutti
Nel passaggio generazionale ci si chiede sempre se il figlio sarà all’altezza del padre: il punto di osservazione deve essere però diverso.
Bisogna chiedersi: l’azienda e la famiglia vogliono che ci sia questo passaggio e il figlio vuole assumersi questo incarico a cui ci si deve preparare per tempo e devono essere trasmessi i valori dell’azienda (oltre che della famiglia).
Non è sufficiente essere il figlio del fondatore: la cultura aziendale deve prevedere la meritocrazia, lo studio, la qualità e l’internazionalizzazione, caratteristica ormai imprescindibile per un’azienda come quella di Ferrari e di tante altre.
➡️ Contattaci per avere maggiori informazioni per il passaggio generazionale della tua azienda.
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