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No, grazie!

Immagine del redattore: RedazioneRedazione

La rinuncia all'eredità



Rifiutare un regalo può essere ritenuto un gesto poco rispettoso verso chi ha avuto questa attenzione. Ci sono tuttavia dei casi in cui è conveniente non accettare: ci riferiamo all’eredità.


Al di là dei motivi personali o morali che ci possono essere a rifiutare un patrimonio ereditario, ci possono essere anche dei motivi di convenienza anche di natura economica: prima di tutto i debiti.


Quando si diventa eredi, si acquisiscono tanto i crediti tanto i debiti.

Per non incorrere in questa possibilità, la legge prevede una serie di meccanismi che da un lato non pregiudicano le ragioni dei creditori e dall’altro proteggono l’erede da debiti non propriamente suoi ma che gli sono potrebbero essere trasmessi per successione.


La prima possibilità è rinunciare all’eredità: questa soluzione è adottabile qualora il patrimonio del de cuius sia completamente sommerso da debiti.


Al momento dell’apertura della successione, i soggetti non diventano automaticamente eredi: sono definiti dalla legge “chiamati all’eredità”. Solo con l’accettazione, diventeranno eredi a tutti gli effetti. Al momento della chiamata, grazie ad apposite perizie condotte da professionisti, è possibile verificare se è opportuno accettare o meno l’eredità: se non è conveniente, si opta per la rinuncia.


La procedura della rinuncia è di per sé molto semplice ma deve essere fatta a norma di legge; in sostanza deve seguire una forma precisa e non può essere tacita.

Per la rinuncia occorre rivolgersi al notaio o al cancelliere del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione.


Per quanto riguarda i tempi, bisogna distinguere tra chi si trova nel possesso dei beni del de cuius e chi non lo è: il primo caso riguarda ad esempio il coniuge, vista la convivenza. In questa ipotesi si hanno 3 mesi per rinunciare; nell’altra, la legge assegna un tempo più lungo, pari a 10 anni dall’apertura della successione.


Per la rinuncia sono necessari una serie di documenti: carta d’identità e codice fiscale del rinunciante, copia dell’eventuale testamento, certificato di morte e codice fiscale del defunto.


Se a rinunciare sono soggetti “deboli” come i minori, è necessaria l’autorizzazione del giudice tutelare.


Ricordiamo inoltre che non è possibile una rinuncia parziale: si diventa eredi per tutto il patrimonio o vi si rinuncia.


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