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Il divieto dei patti successori, ancora per poco

Cadrà la preclusione ad accordarsi su un'eredità che non si è ancora aperta?


patti successori

Accordarsi prima sull’eredità che ci spetterà nel futuro è vietato dalla legge. O lo sarà ancora per poco.


Parliamo del divieto dei patti successori e delle riforme al tavolo dei tecnici su questo tema.

Il nostro codice civile all’articolo 458 prevede che “(...) è nulla ogni convenzione con cui taluno dispone della propria successione. È del pari nullo ogni atto col quale taluno dispone dei diritti che gli possono spettare su una successione ancora aperta, o rinunzia ai medesima.


Nel nostro ordinamento sono vietati gli accordi, contratti, patti o convenzioni con cui due o più soggetti si mettano d’accordo, magari anche per rinunciarvi, su di una eredità che non è ancora aperta ossia per la quale non c’è stata la morte del soggetto della cui successione si tratta.


I principi alla base di questo divieto sono diversi ma accomunati da una ragione che possiamo definire come morale: discutere e programmare la disposizione dei beni di un soggetto che non è ancora deceduto è contraria ai nostri principi morali; inoltre, se anche fosse lo stesso proprietario dei beni a disporre della sua eredità accordandosi con i suoi eredi, ciò comprimerebbe la sua libertà testamentaria.


Tuttavia questi principi devono essere bilanciati con altri sempre meritevoli nell’ordinamento giuridico: l’autonomia privata e la libertà di impresa.


Notai e avvocati si sono battuti proprio per abbattere questi divieti lasciando quindi lo spazio ad una piena autodeterminazione nei soggetti coinvolti. D’altronde, all’estero come in Germania, Svizzera e Francia, questo genere di divieti non esistono.


Una prima breccia, almeno nel mondo delle imprese, si è aperta nel 2006 con l’approvazione della legge n. 55 sui patti di famiglia che ha modificato il codice civile: ad oggi solo con i patti di famiglia si può derogare al divieto dei patti successori.


L’imprenditore che voglia trasferire la sua azienda ad uno o più discendenti, può farlo quando è in vita senza dover attendere il momento dell’apertura della successione; qualcuno potrebbe obiettare che la stessa finalità sia raggiungibile attraverso la donazione.


Vero, ma il passaggio generazionale dell’azienda tramite donazione potrebbe essere messa a repentaglio dall’istituto della revocazione. Con il patto di famiglia questa ipotesi non può verificarsi: ciò che è stato disposto, rimane bloccato e blindato.


Quello del patto di famiglia è però solo il primo tassello per l’abbattimento del divieto dei patti successori. Al tavolo del legislatore è infatti presente una proposta di legge per modificare il codice civile: con il DDL 1151 del 19 marzo 2019, oltre ad una serie di norme riguardanti il diritto successorio e di famiglia, il Governo è stato delegato anche per eliminare questo divieto rispettando in ogni caso l’inderogabilità dei diritti dei legittimari.



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